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Chiesetta Santi Medici

Il culto per i Santi Cosma e Damiano in Eboli 

di Paolo Sgroia

 

Nei primi tre secoli della Chiesa avvennero feroci persecuzioni contro i cristiani, gli Imperatori di Roma cercarono di debellare nel sangue la religione cristiana.

Ma il risultato fu come dice Tertulliano: “Ne uccidete uno, ne sorgono dieci”, infatti, il sangue dei martiri divenne seme per la crescita della Chiesa di Cristo.

Tra questi martiri si enumerano anche i SS. Cosma e Damiano che secondo la Passio nascono in Arabia verso la metà del III secolo e precisamente nell’Arabia settentrionale che ha per capitale Bosra, e si sarebbero recati in Siria per apprendere la scienza della medicina e di qui in Egea della Cilicia, dove esercitarono la professione.

Qualche storico afferma che i due Santi nacquero ad Egea. Dove sono nati di sicuro non si sa, quello che invece è certo è che frequentarono le scuole mediche che nel III e IV secolo d.C. erano diffuse in tutta l’Asia Minore. Ad Alessandria c’era il centro principale della medicina con le scuole dei famosi maestri Teofrasto e Galeno.

I fratelli medici erano stati educati alla fede da santi genitori, il padre che non si conosce il nome morì martire della fede, la madre Teodata, donna timorata di Dio, pose ogni cura nell’educazione dei suoi cinque figli: Cosma, Damiano, Antimo, Leonzio ed Euprepio.

Essi esercitarono ad Egea tra i pagani la loro professione cercando di convertirli alla fede cristiana, e per le loro prestazioni non chiesero mai denaro perciò furono definiti medici anàrgiri. Dio donò loro poteri taumaturgici, tanto da  ottenere guarigioni strepitose che contribuirono a circondarli di notorietà e ammirazione.

Egea era sede di un ascepieo, un tempio pagano dedicato al dio della medicina Asclepio, dove dei sacerdoti praticavano le cure mediche mediante l’incubazione. È lo stesso rito che ritroveremo nelle chiese dedicate ai Santi Medici, ossia i malati restavano tutta la notte nella chiesa, e durante il sonno i Santi operavano prodigi o suggerivano la cura da attuare per guarire. Ancora oggi i due Martiri operano allo stesso modo: appaiono ai malati in sogno assicurando la guarigione che puntualmente arriva miracolosamente. Il rito dell’incubazione continua. Dal Bollettino del Santuario leggiamo che nel 1963 il signor Carmine D’Ambrosio cadendo dall’albero fu dichiarato in ospedale in fin di vita, ma egli si svegliò dal coma (era mezzanotte e il figlio aveva sentito le campane del Santuario suonare) e tornò a casa senza l’aiuto dei medici dichiarando che aveva visto i SS. Medici, a fianco al suo letto, i quali carezzandogli il viso gli avevano detto: “Carmine, ti abbiamo operato, non morirai più, sei salvo”.

I sacerdoti del tempio pagano di Egea si arricchivano con i proventi dei malati e quando gli affari incominciarono a scarseggiare perché tutti andavano dai fratelli Medici, li denunciarono alle autorità come cristiani. Furono arrestati insieme agli altri fratelli da Lisia, governatore della Cilicia, il quale dopo averli fatti torturare li fece decapitare ad Egea, i corpi furono seppelliti a Ciro.

Per l’anno della loro morte c’è chi asserisce il 287 o il 288, altri il 303, lo storico Celio Firmiano Lattanzio il 308.

Ad Eboli l’attuale culto dei SS. Cosma e Damiano è nato poco alla volta nel XIX secolo, anche se la chiesa di S. Sebastiano è stata ad essi dedicata nel 1721. Nel 1875 la chiesa è ufficiata da un eremita e si deve presumere che il culto ancora non sia fiorito come oggi. La svolta si ebbe sicuramente il 14 gennaio 1892 quando con decreto di mons. Laspro è eretta la Confraternita dei SS. Cosma e Damiano ed il 15 maggio è nominato padre spirituale don Michele Paesano.

I confratelli si misero subito al lavoro e nel 1896 ampliarono la chiesa costruendovi la sacrestia, e, finiti i fondi chiesero l’autorizzazione al Vescovo di vendere gli ex-voti che si custodivano nella Collegiata di S. Maria della Pietà per continuare i lavori.

A quell’epoca nella piccola chiesa i fedeli che arrivavano anche dai paesi limitrofi, raggiungevano carponi l’altare strisciando la lingua sul pavimento.

Le mortificazioni corporali per chiedere o ringraziare i Santi per una grazia, oggi sono diverse: nel nuovo Santuario consacrato il 25 settembre 1957 da mons. Demetrio Moscato i fedeli arrivano scalzi. Essi attendono le due di notte quando si apre la chiesa permettendo loro di entrare e di partecipare alle Sante Messe che si celebrano ogni ora fino alle 11.00, quando finalmente si snoda la processione per le strade di Eboli, tra la commozione generale di migliaia di persone.

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