Michele Paesano

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Don Michele Paesano ripristinatore in Eboli del culto di S. Vito Martire

di Paolo Sgroia

 

Il Primicerio don Michele Paesano nacque ad Eboli il 17 febbraio 1864 da Vincenzo e Maddalena Bentivenga. Fu battezzato il giorno dopo da don Raffaele Pompa parroco di S. Bartolomeo. Frequentò il seminario di Salerno e ordinato sacerdote divenne, nel 1893, Primicerio Curato della Collegiata di S. Maria della Pietà; coprì tale incarico fino al 1929.

Don Michele, prima di essere nominato Primicerio, il 15 maggio 1892, fu nominato padre spirituale della Confraternita dei SS. Cosma e Damiano, eretta il 14 gennaio dello stesso anno.

Il Primicerio, è soprattutto ricordato per le sue innumerevoli iniziative rivolte alla devozione religiosa degli ebolitani, e in modo particolare nello sviluppo del culto a S. Vito Martire. Per suo volere, nel 1900, S. Vito fu nominato patrono principale di Eboli e S. Berniero compatrono. Nel 1904, fece sì che mons. Laspro ottenesse da Papa Pio X, le messe e gli uffici propri del santo, l’indulgenza plenaria il 15 giugno nella Collegiata e l’altare privilegiato, quotidiano perpetuo, presso la chiesa di S. Vito al Sele. Don Michele era molto legato a questa chiesa rurale, dove la tradizione voleva che fossero sepolti i corpi del martire insieme ai suoi tutori S. Modesto e S. Crescenza, ed il suo ultimo desiderio fu di incoraggiare e sostenere la costruzione, nel 1929, del bellissimo e pregiatissimo altare che ancora oggi possiamo ammirare.

Suoi sono anche i maestosi festeggiamenti del secondo centenario, nel 1998, dell’acquisto della Madonna della Pietà di Jacopo Colombo, opera che l’anno prima aveva fatto restaurare dall’artista napoletano Raffaele Delle Campe, Il 18 settembre i festeggiamenti culminarono con la solenne processione per le vie di Eboli della statua della Pietà, cui era stato posto sulla testa un cerchio d’argento. Alla fine della prima guerra mondiale, in segno di ringraziamento per la fine del conflitto, il popolo ebolitano iniziò una raccolta di oggetti d’oro, per realizzare la corona che, il 30 maggio 1920, fu deposta sul capo della Madonna da parte dell’arcivescovo mons. Gregorio Grasso.

Un’altra sua splendida iniziativa a favore del popolo ebolitano fu quello di far consacrare Eboli al Sacro Cuore di Gesù. Il 4 marzo 1928, avvenne l’atto solenne e una Delibera municipale ne sancì ufficialmente la pubblica celebrazione, che avvenne nella Collegiata di S. Maria della Pietà; ogni anno il Sindaco insieme al Primicerio ne rinnovava la consacrazione. Tale atto non si ripete più da anni, solo nel settantesimo anno di ricorrenza, il 23 marzo 1998, sul sagrato della parrocchia del Sacro Cuore e S. Berniero, la città di Eboli è stata nuovamente consacrata al Sacro Cuore di Gesù, dall’arcivescovo mons. Gerardo Pierro.

Il Primicerio era anche vicario del monastero delle Benedettine di Eboli; in riguardo a questa comunità la Direzione Generale del Fondo Culto, il 21 giugno 1910, ordinò entro un mese lo sgombero delle religiose, e solo grazie al risoluto intervento di don Michele, questo non avvenne. Il sacerdote riportò tali avvenimenti nel libro: “Memoria intorno al monastero benedettino di Eboli e stato in cui si trova nell’anno 1915”.

Molto importanti sono anche i suoi scritti sulle chiese e monasteri ebolitani. In riguardo alla chiesa di S. Rocco don Michele afferma che fu abbattuta nel 1872, per allargare il corso Matteo Ripa su ordine del Municipio, che si impegnò a costruirne un’altra sempre dedicata al santo in altro luogo, cosa che non ha mai fatto. Altra notizia riguarda l’antica chiesa di S. Berardino, abbattuta nel 1893, per allineare lo stradone che porta alla ferrovia.

Il Primicerio oltre a scrivere di notizie storiche, s’impegnò principalmente a far riaprire al culto le chiese abbandonate e quelle private che i proprietari ne vietavano l’accesso ai fedeli, come nel caso della chiesa di S. Giovanni Battista, di proprietà della famiglia Conforti.

Il Primicerio morì nel 1929 e fu sepolto nel cimitero di Eboli. Nel cappellone del Sacro Cuore della sua amata Collegiata, una lapide ricorda le sue più importanti iniziative, ossia la consacrazione di Eboli al Sacro Cuore di Gesù, l’incoronazione della Pietà e la promozione del culto a S. Vito Martire.

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