S. Maria di Monte Suevo

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Chiesa di Santa Maria di Monte Suevo

di Paolo Sgroia

 

Una piccola chiesa si trova sopra i monti di Eboli, è detta S. Maria di Monte Suevo.

Fu costruita nel 1834 per interesse dell’ebolitano Vito Sivolella, che aveva sognato l’anno prima più volte la Vergine Maria che gli diceva di scavare nel luogo detto Suevo.  Dopo aver convinto Francesco Campagna, possidente del terreno, iniziarono gli scavi e dopo alcuni giorni venne trovata una piccola statua della Madonna.

La statuetta fu posta in una piccola grotta. Il signor Francesco Campagna donò quel suolo finché si costruisse una chiesa come si evince dal documento conservato nell’Archivio Diocesano di Salerno: “Io qui sottoscritto Francesco Campagna, a richiesta di Vito Sivolella, permetto che nel mio fondo denominato Suevo, e precisamente vicino alla piccola grotta che vi esiste, si togliessero due piedi di olive e vi si fabbricasse una cappella rurale gratis, in onore e gloria della Vergine Santissima e pel bene dei devoti ai quali rinunzio questo piccolo suolo. Eboli 1 febbraio 1834”.

Il ritrovamento della statuetta destò grande interesse nella popolazione ebolitana ed in pochi anni nacque una forte devozione. I pellegrini si recavano a piedi al santuario seguendo un antico sentiero, portando al collo grosse pietre in segno di penitenza cantando in coro: “Madonna di Monte Suevo dimmi la grotta dov’ è. E dinto all’aulive facci grazia o Maria”.

Per la crescita di tale culto la cappella fu visitata l’8 settembre 1847 da mons. Marino Paglia, arcivescovo di Salerno, che concesse ben quaranta giorni di indulgenza a chiunque visitando la chiesa recitasse una qualsiasi preghiera.

Il piccolo santuario nel tempo diviene sempre più importante ed è ancora visitato, questa volta da parte di mons. Antonio Salomone, il 10 maggio 1859, che rinnova i quaranta giorni di indulgenza come aveva fatto il suo predecessore. E così anche nel 1875 quando è visitata da mons. Guadalupi che la trova ben tenuta con un’eremita. La  venerazione verso la Madonna di Monte Suevo è sempre più consistente come si legge da un’annotazione del 1893 del priore della confraternita del SS. Sacramento di Eboli, sig. Giuseppe Vignola, che invita i confratelli di intervenire vestiti col mantello, per assistere alla benedizione che il sacerdote farà al popolo che cala dalla Madonna di Monte Suevo.

Le cose cambiano totalmente il 14 luglio 1917 quando il piccolo santuario è visitato da mons. Carlo Gregorio Maria Grasso, accompagnato dal padre cappuccino fra’ Arcangelo da Colliano. L’arcivescovo di Salerno annota nei minimi particolari ciò che vede e mentre loda il principio animatore qual è quello di onorare la Madonna con preghiere e penitenze, disapprova le deviazioni nel culto almeno nell’espressione e manifestazione esterna, e, inoltre, ha la sensazione che ci sono abusi e inconvenienti dovuti a malizia umana. Nella relazione si legge: “Tiene la custodia del Santuario ed anche l’amministrazione il sig. Gaetano Sivolella, discendente di Vito Sivolella, a cui si attribuisce la scoperta della statuetta di Maria, che diede luogo al piccolo Santuario.

La statua della Madonna che si venera sull’altare, negli ultimi giorni di giugno fu trasportata insieme ad altre -quasi tumultuariamente- nella chiesa di Santa Maria (della Pietà). Altra piccola statua rivestita si venera dietro l’altare in una grotta, dove trovammo accesi vari lumi ed appesi alle pareti certi segni di penitenza molto originali, consistenti in grosse pietre che i pellegrini, in segno di espiazione e penitenza, portavano al collo nel loro pellegrinaggio al Santuario ed abbiamo fatto rimuovere tanto queste che altre discipline di ferro.

Pertanto emana sagge disposizioni che troncano e rettificano esagerazioni che possono degenerare in forme superstiziose. Il decreto emesso è molto importante per l’argomento trattato, ed è certamente da tenere in considerazione anche ai giorni nostri. Nel documento è scritto:  “Poiché in questo santuario il culto che i fedeli portano a Maria SS.ma a) non abbia menomamente a degenerare, b) ma sia prestato in modo decoroso e decente, c) perché la volontà dei fedeli che vi occorrono e offrono denaro e oggetti votivi sia tutelata nel loro scopo, d) per evitare che la venuta al santuario diventi un pretesto ai malevoli per compiere riprovevoli azioni”, stabilisce che il Primicerio di Eboli eserciti nel santuario continua sorveglianza.

La chiesa che si trova nella circoscrizione della parrocchia di S. Maria del Carmine e S. Eustachio attualmente ha perso l’importanza di una volta, anche perché situata in una proprietà privata. Si presenta ad un’unica navata con sacrestia all’esterno, con un solo altare dove è esposta alla venerazione in una teca lignea la statua di S. Maria di Monte Suevo. Dietro l'altare maggiore vi è ancora la piccola grotta con la statuetta ritrovata da Vito  Sivolella. La festa si celebra nella prima domenica di settembre.

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